domenica 9 gennaio 2011

(37) Legge del Commento Logorroico (o della Solenne Millanteria)

"Nel corso del combattimento i duellanti si scambiano lunghissime battute, prima durante e dopo ogni attacco."
La gran parte di esse riguarda l'invincibilità di chi pronuncia il discorso e la sua inevitabile vittoria (e spesso la sua grande magnanimità se l'avversario deciderà di arrendersi "ora"). Sono soprattutto i Cattivi a cimentarvisi e fra i Buoni i più tonti. I più forti invece tendono a risparmiare le parole, seguendo il consiglio di De Gaulle: «Silenzio: splendore dei forti.»  
Nel video seguente un esempio tratto da Triggun (ep. 5):

 

Ad ogni modo, diciamolo pure, essi vantano illustri predecessori. Infatti, già nell'Iliade gli eroi che si affrontano non fanno altro che parlare. Nel passo seguente (Monti, Libro V, vv. 372-376) Pandaro, troiano, ha appena vibrato la sua lancia contro il greco Diomede:
« Sei ferito nel fianco (alto allor grida
l'illustre feritor), né a lungo, io spero,
vivrai: la gloria che mi porti è somma.
Errasti, o folle, il colpo (imperturbato
gli rispose l'eroe)..»
E ancora, alle parole di Merione "la palma a me darai, lo spirto a Pluto" risponde il forte Patroclo, cugino di Achille (Libro XVI, vv. 877-885):
« Perché cianci si vano ..?
Orsù; lingua in consiglio, e braccio in guerra;
tregua alle ciance e mano al ferro.»
Spiegazione non richiesta
Quando l'avversario è a terra, la maggior parte dei personaggi non può fare a meno di celebrare il successo del proprio attacco e impegnandosi nella descrizione del loro invincibile potere, ah ah ah. A volte sono persino aiutati da un commento in sovraimpressione. Da Yu degli Spettri (ep. 73), il Dottore, un nome che è un programma:

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